domenica 18 novembre 2018

CANNERO - PACEK - LA PERGAMENA - LA SCUOLA .....


Il Cosimo Pedroni, Nino, Pacek, classe 1926

L'emigrazione in Francia.   Il rientro in Italia.   Il lavoro alle Scuole di Cannero.   La vita da renitente nei boschi.   A Torino nei giorni della tragedia di Superga.

IMMAGINI E TRACCIA AUDIO DELL'INCONTRO DI PACEK CON IL SINDACO DI CANNERO

La parte in colore è trascritta letteralmente dalla registrazione audio

Gli atti pubblici e gli archivi testimoniano la storia di un paese, di un borgo, di una comunità; la memoria del singolo l'arricchisce. La fortuna sta nel trovare il "singolo" con buona memoria e qualche anno in più dei tuoi, ascoltarlo e proporlo ad altri .senza tacciare di "falso" se ciò che apprendi non è in linea con il tuo pensare; purtroppo oggi definire "balle" ciò che non condividi è abitudine diffusa. Ho avuto fortuna. Ho incontrato il "singolo". È Cosimo Pedroni nato il 10 aprile 1926 a Oggiogno. Meglio conosciuto come "Nino" o "Pacek". Di lui ho sempre sentito parlare di una memoria "fuori dal normale". Quale opportunità migliore per ascoltarlo? Alla mia richiesta di "fare due parole" ha da subito acconsentito, sembrava non aspettasse altro che di essere ascoltato. Messo al corrente che era mia intenzione registrare tutto il suo parlare per meglio lavorarci sopra con calma e in seguito eventualnente renderlo pubblico si è detto d'accordo affermando: "Ho novantadue anni, non so quanto mi resta ... ho dentro tante cose ... mi fa piacere che a qualcuno possano interessare ...". 
Dal materiale raccolto stupisce, perchè di stretta attualità, il racconto della pergamena.
C'è un periodo che ha segnato in modo particolare i novantadue anni del Nino. Rientrato dalla Francia da ottobre '41 a maggio '42 è assunto come manovale dall'impresa Noia-Francioli di Ghiffa. Otto mesi sufficienti a mettere un chiodo fisso nella mente del Pacek per ben settantasette anni poi ... finalmente ... come toccare il cielo con un dito. Messo a disposizione del cantiere che a Cannero stava costruendo le Scuole Elementari... racconta...:
«C'era lì che lavorava il Ninì, Pedroni Roberto del '22, l'è mort l'an passà, che mi ha fatto assumere a fare il manovale ... Ero lì come bocia quindici an e mezz ... È tutto in sassi, non c'è un mattone ... Le pietre le scavavano su dietro la villa Rocca e le mandavano giù con la teleferica  ... C'erano tre carrettieri, due di Ghiffa e il Saccaggi papà del Fiorenzo il Pedrin careté che s'è mazzà in moto alla Cà Bianca nel '57 ... C'era il Duardin da Cassin che faceva le gabbie in ferro ... La domenica mattina che han fatto la cerimonia della posa della prima pietra c'era il Parroco don Luigi Borlandelli, il Segretario Comunale Umberto Polli, il Commissario Antonio Bottacchi, il Segretario Politico Scotti, l'Insegnante Polli Bordone, l'ingegner Bruno Henke, e io ho passato la malta per sigillare la pietra al suocero del Mandon Rino Meula (Pietro Ferrari), ma ho visto che nel buco han messo un documento, una pergamena. ... Per anni l'ho raccontato ma è stato come dagh un biscott all'asen ... mi son preso anche del visionario ... per questo oggi è il giorno più bello dei miei 92 anni ...». (Senti tutto cliccando su "ascolta audio" più sotto).


Il 10 agosto 2018 Nino Pacek ha incontrato Federico Carmine, Sindaco di Cannero, e ricevuto copia della pergamena con attestato di stima e riconoscenza.

In questa pagina è riassunto con immagini l'incontro tra il Pacek e il Sindaco, se vuoi rivivere gli istanti di quel momento clicca su ASCOLTA AUDIO (26 min.) e potrai sentire il racconto dalla viva voce di PACEK registrato all'atto dell'evento in presenza del Sindaco.
Il Nino e successivamente il Signor Sindaco sono stati informati della registrazione ed eventuale diffusione della traccia audio. Nessuna delle due parti ha posto ostacolo consentendone di fatto la realizzazione.
Il file audio in mp3 è possibile scaricarlo per uso privato. Per uso pubblico è richiesta citazione della fonte, cioè questo blog, onde evitare qualsiasi rischio di manipolazione del contenuto consentendo il confronto con l'originale.

ASCOLTA AUDIO (26 min.)


LA PERGAMENA MURATA CON LA PRIMA PIETRA ALLE SCUOILE ELEMENTARI
GUARDA LA CLIP (3 minuti)

 
La memoria del Pacek continua: la renitenza alla leva, i giorni a Torino e la tragedia di Superga.




Cannobio, 30-8-1946. Visita Militare. (Vai a leggere tutti i nomi) 
Difficile. È maledettamente complicato mettere su carta quanto il Pacek racconta: avvenimenti, date, nomi che si ripetono: il Maestroni, il Duardin, il Ninì, il Meula, il Sarafa ... la vita da renitente nei boschi alla macchia ... dopo l'8 settembre per aggirare bloccare e indebolire la Repubblica dell'Ossola istituirono i presidi: a Cannobio la Milizia Confinaria, a Cannero nella villa Galeppi (poi Piccadilly) le Brigate Nere, nelle Scuole i Tedeschi, mamma e papà sempre con gli occhi aperti e le orecchie tese al primo dubbio di un rastrellamento ... il rumore e la polvere dei sidecar e delle camionette sulla strada sterrata erano il segnale ... allora di corsa nei boschi a cercarmi e sentivo gridare "Ninooo Tinooo scapeeee che rivan i tedesc" ... Promé ... la Volante Cucciolo ... i quattro fucilati, tra i quali il Pepet Cagnara, sopra Villa Elfrida ... le cannonate da Luino ... la Cappella con i segni ancora visibili ... gli spari da Piancassone alle scuole di Cannero dove c'erano i tedeschi, si vedono ancora i buchi dei colpi nel muro ... l'Italo Cattaneo di Viggiona fermato in Galona e ucciso mentre cercava di scappare ... a guerra finita la fucilazione al cimitero di Cannero... Testimonianze e ricordi anche crudi sui giorni della guerra, raccontati dal Nino con il groppo alla gola, vado oltre e...

Il venerdì a Cannero: la spesa e un caffè corretto.

«Ho novantadue anni, non so quanto mi resta ... ho dentro tante cose ... qualche volta la notte mi sveglio, ci penso e mi viene un groppo in gola ... mi fa piacere che a qualcuno possano interessare ...».
Alt Pacek! Andiamo con ordine ... partiamo dall'inizio dei novantadue .,..
«Va bene, dammi pure del tu, anca mi ta dò dal ti ...».
Lucido fino all'inverosimile, in un italiano perfetto da far invidia a tanti diplomati di oggi, i verbi con i tempi giusti, il dialetto per qualche battuta ci sta e quella erre moscia che lo rende ancor più simpatico. Si racconta in prima persona dove è stato testimone e usa il condizionale per quanto appreso da altri senza mai cambiare versione nel ripeterlo.
« ...... A quattro anni mio zio mi portò al Bar Ponte di Cannero, c'era dentro il Dea di Cassino. C'era un rospo in bronzo con la bocca aperta, chi riusciva a infilare una monetina raccoglieva quelle di chi aveva sbagliato ... mio zio beveva il vino e mi fece assaggiare un goccio ... che bocca amara ... entrarono due carabinieri con una fascia e le giberne, era la prima volte che li vedevo, e mio zio a dirmi: se non fai il bravo ti portano via...
A cinque anni in piazza a Oggiogno giocavamo a zag-zag, ho fatto un volo dal muretto fin sotto su un mucchio di cenere e fuliggine, mia mamma mi ha messo nel gerlo e mi ha portato a Cannero dal dottore per vedere se mi ero insaccato. Ho fatto le tre classi elementari a Oggiogno, per la quarta e la quinta si doveva scendere a Cannero. Sono stato in Francia con lo zio dal 1937 al 1941, ho finito gli studi.
Con l'evento bellico in corso e la cittadinanza italiana che avevo mantenuto in Francia potevo rimanere solo per studiare e non per lavorare. Tramite la Croce Rossa sono rimpatriato, non ho speso un centesimo, partito il 18 aprile del 1941 sono arrivato a Cannero il 21 festa di Natale su Roma. Dal '41 al '42 ho fatto il garzone manovale. Poi ho scelto la strada del cuoco, in quei tempi di magra lavorare in cucina garantiva qualche vantaggio. A ottobre del '42 fino ad aprile del '43 ho lavorato al Leon d'Oro di Intra, dal signor Attilio Bleu, "a gh'eva ul giazziro da fo da la cusina, metevi dent i pan de giazz che u purtava giù ul Pepp Cagnara quel che han mazzà il 9 settembre insema alter trii", tutti fucilati lì sopra la Villa Elfrida. C'era un mio caro amico, Giacomo Maestroni, che lavorava dal Garlandini all'Hotel Intra, mi ha fatto andare con lui, siamo stati insieme un po' intanto io imparavo perchè lui era bravo.... Un altro giorno racconterò un fatto che ancora oggi solo a pensarlo mi si stringe la gola...

1956. Pacek con la moglie Maria
Poi ho fatto da ottobre '43 al 10 giugno '44 al Majestic a Pallanza dove c'era un reparto del Banco di Roma di Milano sfollato lì, a Villa Giulia avevano gli uffici e la mensa al Majestic che era ancora dei Ceretti delle miniere di Pestarena, infatti sul libretto di lavoro avevo il timbro: Opera Nazionale Dopolavoro Banco di Roma ... Intanto essendo del 1926 avevo compiuto i 18 anni e il Testun, con la creazione della Repubblica Sociale di Salò ci ha chiamati a militare ... c'era l'albergo pieno perchè stavano preparando un rastrellamento in Val Grande ... io non sapevo che mi avevano chiamato con un manifesto ... è venuta giù mia madre con mia sorella il mattino di sabato 10 giugno ad avvisarmi, ho parlato con il segretario, un certo Formi e con lo chef di cucina ... c'erano due lenzuola due federe e una valigetta a portata di mano ... fatto il servizio di mezzogiorno, alla una e mezzo sono passato in ufficio, mi hanno pagato i dieci giorni di giugno ma non mi hanno consegnato il libretto di lavoro perchè in caso di controllo sarebbero stati accusati di complicità. Invece di uscire dalla porta centrale già occupata da una pattuglia sono passato a fianco dalla Villa Ceretti, verso la curva dell'Eden c'era un posto di blocco, ho visto una sentinella che andava verso l'entrata del Majestic, strisciando contro il muro sono andato in giù, dopo Villa Giulia ho attraversato la strada, arrivato al bivio c'era posto di blocco della X MAS che aveva stabilito il comando alla Caserma Cadorna; passavo di lì diverse volte nelle ore libere e mi conoscevano: "Uela cochetto ... andiamo a fare un giro...?". "Sì..." invece sono andato su alla segheria De Stefani preso il tram per Intra dove ho trovato mia mamma e via di corsa a casa. Avrei preferito andare con i partigiani ma mio padre, che faceva il tagliaboschi, ha insistito perchè andassi con lui a lavorare. Quasi un anno alla macchia come renitente, non dormivo mai in casa ma nel fienile della Giulia e della Ida le figlie del Sarafa, sempre con le scarpe ai piedi pronto a scappare. Ho lavorato a sfilar legna nei boschi fino al '48 quando da febbraio a giugno ho frequentato un corso di Scuola Alberghiera ENALC (Ente Nazionale Lavoratori Commercio) a Bolard vicino a Bardonecchia fino al 6 di giugno poi dal 7 la scuola mi ha mandato a Torino al Hotel Majestic Ristorante La Grange dove sono rimasto fino al 14 giugno del 1950 dopo sono andato a Cortina e ho sempre fatto il cuoco. Il 4 maggio 1949 quando è precipitato l'aereo a Superga del Grande Toro ero a tavola per la cena alle ore 18, arriva il collega Bracco piangente: è caduto l'aereo .. tutti morti. Se chiudo gli occhi rivivo quella tragedia. Ho assistito ai funerali, una cosa tremenda: il corteo è partito da Piazza Castello, via Pietro Micca, via Cernaia, corso Re Umberto, corso Vittorio davanti alla Stazione di Porta Nuova e piazza Carlo Felice, via Roma, piazza San Carlo, via Roma di nuovo e ancora piazza Castello, dopo Palazzo Reale a sinistra c'è un passaggio che esce fuori in via Milano dove c'è il Duomo San Giovanni Battista a Porta Palazzo ... hanno fatto tutto quel tragitto; la Fiat, con il permesso della Motorizzazione, ha messo a disposizione i Leoncini 26 ancora da immatricolare, ciascun camioncino portava una bara due giocatori e tre dell'equipaggio, in totale 31. Ogni mezzo un nome: Bacigalupo, Gabetto, Ossola, Mazzola, Rigamonti. ... una marea di gente ad applaudire. ... Sono stato su a Superga dopo quindici giorni ... ho visto tutti i rottami ... c'era un pezzo con attaccato una lunga cordicella d'acciaio, l'ho presa, c'erano due carabinieri e ho chiesto se si poteva ... sì sì quella non è sotto inchiesta mi hanno risposto ... era dei comandi dell'alettone ...  l'ho portata con me, in seguito quando lavoravo al ristorante Serenella di Feriolo l'ho regalata al tifosissimo del Toro Giuseppe della panetteria Bottani di Fondotoce che ci portava il pane ogni giorno...».

ANCORA IMMAGINI SULLA CONSEGNA DELLA PERGAMENA.








L'attestato di "Stima e Riconoscenza" del Sindaco a Cosimo Pedroni Pacek


Se non lo hai ancora visto guarda il PACEK che spiega come si costruisce un gerlo. È un video realizzato quando ancora il Cosimo abitava a Oggiogno.





2 commenti:

Baly ha detto...

Che personaggio !
Peccato che ormai uomini simili siano in via d'estinzione, ma i ricordi che ci lasciano vanno oltre gli anni....
Caro bastiancontrari, continua con il tuo lavoro di raccolta; sono certa di non essere la sola ad apprezzare ciò che pubblichi.
Grazie anche a Pacek...persona genuina che ha voluto condividere i suoi ricordi e la sua arte manuale...
Non sapevo della pergamena, bella !. Ancor più bello vedere la soddisfazione del Pacek per aver permesso il ritrovamento .
Elena

Baly ha detto...

Mamma mia,,che memoria invidiabile.
Ho conosciuto le persone menzionate dal Pacek..e provo anche un velo di tristezza perché fanno parte del passato. Così è la vita.