giovedì 26 novembre 2015

MARGOTTA DI LIMONE A CANNERO RIVIERA

A CASSINO di CANNERO. Margotta di limone su ramo vecchio. Anno 2015.
Margotta a marzo-aprile, taglio e invaso fine settembre.
In ottobre, sempre a Cassino, si raccoglie lo zafferano! (vedi).
 




























































































Non è difficile. La spellatura del ramo è di circa 5 cm e non totale per l'intera circonferenza, una parte inferiore alla metà viene lasciata ad unire i due anelli. Il contenuto del sacchetto è terra normale e torba in parti uguali. Il risultato solitamente è di uno a uno, cioè fai dieci margotte su rami anche con frutto e ottieni dieci piante in grado di portare a maturazione frutti già esistenti, di fiorire e fruttificare nell'anno successivo, si deve solo aver cura di tenerle al riparo dal gelo durante il primo inverno dopo l'invaso.
Per il MELOGRANO stesso procedimento: modo e tempo come per il limone. Risultato: uguale.
 



10 commenti:

Anonimo ha detto...

Salve, cosa cambia nell'asportare la corteccia per l'intera circoferenza e nell'asportarla invece come sta mostrato in foto (per fare una margotta)?

il bastiancontrari ha detto...

Solo ora mi accorgo della domanda, mi scuso e cerco di rispondere a modo mio senza giri di parole. Si dice sempre di ascoltare i consigli dei "vecchi" ed io ho fatto così. Mi hanno sempre insegnato che la linfa sale dalle radici alla cima della pianta e quindi dei rami, poi ridiscende e nel punto in cui trova interrotto il percorso si formano le radici. Così ho sempre fatto ottenendo i risultati mostrati nelle immagini, ed anche la stessa qualitá di fiori e frutti: margotta fatta su pianta a zagara bianca pianta con fiori bianchi e zagara rossa pianta con fiori rossi. Non posso dire niente dell'altro metodo perchè non ho proprio mai provato innanzitutto per non cambiare un metodo giá collaudato poi anche perchè mi sembrava ridicolo rischiare di perdere un anno, rovinare un ramo e poi dovermi pentire.

Anonimo ha detto...

Grazie della risposta. Io ne feci una l'anno scorso ed ha radicato mettendola nel vaso, però poi facendo un trapianto in piena terra si è "stressata" infatti è da qualche mese che è di un verde chiaro l'intera piantina...non so se si riprenderà o morirà. Poi ne ho fatta un'altra quest'anno sempre su ramo molto tenero ma praticamente dopo mesi non ha emesso nemmeno una piccola radice, infatti l'ho buttata, forse ho tagliato troppo superficialmente la corteccia. Non ricordo se ho fatto con il tuo metodo o con un altro...comunque le tue belle margotte, piene di radici e già adulte!

il bastiancontrari ha detto...

Scusa ma non mi è chiaro il passaggio: "ne feci una l'anno scorso e ha radicato mettendola nel vaso ecc...", quelle che metto nel vaso io hanno già radicato sul fusto d'origine poi le lascio almeno un paio d'anni nel vaso dove posso seguirle meglio e proteggerle durante l'inverno, il momento più delicato è proprio il primo anno di invaso perché trattandosi di piante piuttosto robuste e anche con frutti sono soggette a "pendere" da una parte o dall'altra seguendo anche il vento causando il distacco della radice tenera dal tronco quindi le lego a qualche sostegno e non le tocco più, quando il vaso è pieno di radici mi accorgo perché dal fondo si vede qualche baffo uscire allora decido cosa fare, anche perché metterle subito in terra piena ci si accorge dopo qualche anno che non si è scelto il posto migliore. Poi non faccio mai margotte su rami teneri, è più facile rovinarli che pelarli bene.
Posso anche dirti che lo stesso metodo seguo anche per fare margotte su melograno, è una pianta che ha alta percentuale di attecchimento.
Non riesco a fare margotte invece su pianta di arancio ma non importa bastano queste.

agrumidcannero ha detto...

Sarò curiosa ma mi piacerebbe sapere da dove nasce questa passione per i limoni.
Grazie.

Anonimo ha detto...

@il bastiancontrari
nel senso che l'anno scorso feci una margotta e staccandola dalla pianta con le radici e mettendola in un vaso, attecchì. Dopo qualche mese (verso febbraio-marzo 2017) la misi in piena terra e da allora è diventata di un colore verdino più chiaro e non ho idea se morirà oppure è solo stress temporaneo...sono circa 4 mesi che è di questo verdino chiaro...però fare margotte su rami teneri immagino ci voglia molto meno tempo per radicare rispetto a tronchi più massicci.

il bastiancontrari ha detto...

Alla persona che chiede il perché della passione per i limoni risponderò in altro momento perché è una storiella lunga e richiede più spazio.
Qui si risponde a CARMINE AGR. - Premesso che la mia non è una "verità" assoluta ma frutto di buoni consigli avuti e risultati eccezionali ottenuti. Secondo me nel tuo caso sono i tempi ad aver compromesso il risultato. Solitamente faccio le margotte entro Pasqua (alta o bassa che sia), le asporto dalla pianta madre in ottobre quando il ciclo vegetativo inizia a rallentare fino a fermarsi, le metto in vaso e le lascio almeno UN ANNO INTERO così! In modo che TUTTO IL VASO SI RIEMPIA DI RADICI! Poi o cambio vaso o le interro. Nel tuo caso hai fatto margotta nel 2016, nello stesso anno l'hai invasata (sarebbe interessante sapere il periodo di distacco dalla pianta madre) e a distanza di pochi mesi, 2017, altro invaso (in terra piena); troppo stress per una pianta forse un po' esile e con poche radici in grado di alimentarla. Il periodo vegetativo, fine marzo-settembre, va rispettato ramo nuovo o vecchio non cambia. Se la stacchi presto la pianta è ancora in periodo vegetativo e non ha forza sufficiente per nutrirsi, se invece la invasi a fine estate e dopo qualche mese la interri gli smuovi il "gnocco" delle radici (come quello che si vede nelle immagini sopra) ne complichi lo sviluppo perché avrai bagnato la pianta in vaso, la "palla" si disfa e le radici si allargano fino a riempire il vaso, se la muovi è un disastro. Ascolta: scegli un ramo più adulto, fai un bel "gnocco" con terra normale mescolata con un po' di segatura (quella che si ricava tagliando legna) per renderla soffice, non usare ormoni o prodotti in vendita che ti garantiscono "in due-tre mesi fai la margotta", verso agosto incomincia a "tastarla" ovvero la stringi in mano e devi sentirla indurita, a quel punto con una lametta fai incisione verticale 3-4 cm, sollevi gli angoli e guardi, le radici si devono vedere belle bianche e tante, richiudi sigilla tutto attorno con quello che hai (nastro adesivo fai un paio di giri per chiudere il taglio che hai fatto), non bagnarla MAI!
Ricorda che il limone soffre più per il marciume delle radici provocato dalle troppe annaffiature che non il secco.
Poi magari la tua l'anno prossimo si riprende il tempo perso e diventa una meraviglia! Auguri.




Joe ha detto...

Complimenti! Ho fatto la mia prima margotta a primavera su un limone. Ho controllato adesso ed era piena di radici, quindi l'ho messa in terra aperta. Spero ce la faccia!

Unknown ha detto...

Entro nel blog "il bastiancontrari" per un sintetico mio apprezzamento sulla grandissa esperienza e professionalità che riscontro nella sapienza nel fare le MARGOTTE DI LIMONE E DI MELOGRANO, e verificate personalmente sul campo: sulla collina si Cassino di Cannero, nella proprietà di Cekko Beppe soprannominato il "GUFO". E si, ieri mattina ho avuto la fortuna di incontrare questo metaviglioso uomo che con la sua cordialità e umanità ha arricchito oltremodo la splendita passeggiata che ho fatto con moglie, figli e cani sul lago Maggiore. Il camminare nei pendii dei monti sul lago, la vegetazione così rigogliosa e ricca di essenze che non ci si immagina possano essere così rigogliose a tali longitudini nord (mi riferisco a limoni, aranci, ulivi, banani, palmizi etc.), mi ha fatto rivivere un'analoga sensazione vissuta sui monti sovrastanti il mar ligure, altezza Savona/Varigotti. Qui, circa 60 anni or sono trovai una natura simile a quella vissuta sulle colline di Cassino. Ci tornai circa 5 anni fa, ma purtroppo trovai uno stato di massimo abbandono: mon vi erano più camminamenti fatti dall'uomo, la natura era tornata allo stato primitivo, gli ulivi abbandonati erano tornati ulivastri. A Cassino ho ritrovato quel piacere dell'armonia uomo/natura, stradini percorribili e terrazzamenti accessibili. Certo non è estensibile a tutto il territorio ma, dove ho avuto la fortuna di incontrare il Gufo, ho avuto il grandissimo piacere di rivivere l'armonioso rapporto uomo natura
La cura rispettosa del Gufo per il territorio che gestisce, è piena di incanto: sono mantenute tutte le essenze vegetative ed arboricole proprie dell'ambiente dove però si innestano con sapienza e rispetto gli interventi dell'uomo. Il Gufo mi ha dato evidenza della sua sapienza "storica", dalle margotte di limoni e melograni, alla cura armoniosa di cultivar dell'orto, fino all'attenzione del taglio e conservazione della legna. La profonda e comprovata esperienza delle margotte anzidette, l'amore che esprime nel realizzarle e/o nel raccontarne il processo realizzativo, hanno sicuramente risvegliato in me le mie conoscenze a riguardo, arricchendone e affinandone la tecnica e, soprattutto, il desiderio di tornare a farne di nuove. Grazie di tutto Gufo, delle piantine/margotte di fico nero e di melograno e dei liquori che assaggerò alla nostra salute. Troverò loccasione futura per venire a trovarti. Ciao

Unknown ha detto...

Come potrai immaginare, sono Luigi da Roma.